Prove di sorellanza mestruale
Quando ho scritto Period Girl l’ho fatto seguendo un’ispirazione fondamentalmente artistica. L’ho fatto partendo da una sfida narrativa, quella di rivoluzionare l’immaginario collettivo delle mestruazioni e partendo dall’indignazione, quella che mi provocava la denigrazione o l’invisibilità sociale delle mestruazioni.
Come era possibile che un fenomeno così importante venisse tanto mal visto?
Potevano dolore e fastidio essere una sufficiente giustificazione al perpetrarsi di un’immagine così orribile delle mestruazioni?
Perché era tanto difficile nominarle?
Perché era così imbarazzante la vista in pubblico di un assorbente ancora sigillato?
Eppure questo fenomeno ha un’importanza vitale per le donne, e per l’umanità tutta!
Come esisteremmo senza il ciclo mestruale femminile? Dove saremmo senza le mestruazioni?
Ho cercato di scavare in questo enorme rimosso rappresentativo e ho provato a rinarrarlo.
Ma la magia è arrivata soprattutto dopo la pubblicazione di Period Girl. Intorno a me ho iniziato a notare lo sbocciare di iniziative che, pur nella loro diversità, andavano tutte nella stessa direzione. Dalle pubblicità dirompenti ai libri innovativi sull’argomento, dagli account ai podcast dedicati…Ho assistito a un vero e proprio fiorire di rinnovato interesse per le mestruazioni, a un dibattito mai visto prima sulla questione, e ho conosciuto persone meravigliose.
Ho quindi pensato che, proprio come spesso succede alle donne che vivono insieme, alle quali capita di sincronizzare il loro ciclo mestruale, così anche a livello sociale stesse accadendo la medesima cosa. Forse stiamo assistendo a una grande sincronizzazione mestruale collettiva per unire le nostre forze e ribadire al mondo tutti i suoi enormi rimossi.
Mi piace pensare a una sorta di sorellanza mestruale che ci lega a qualunque età e condizione, che abbraccia tutto il non detto e, con esso, simbolicamente tuttə i/le non consideratə per ribaltare la società e scuoterla attraverso la sua potente energia creativa. Una sorellanza mestruale che ci conduca finalmente in una direzione ciclica e sostenibile, dove niente e nessunə venga lasciatə in disparte. Una direzione inclusiva, dove ciascunə viene “sognatə” e porta la gioia e la sua differenza per farci imparare.
Qualche tempo fa scrivevo questi versi:
“Tutti questi bisogni insoddisfatti
e non c’è un ventre in cui contenerli,
in cui avvolgere il nostro incerto
per trasformarlo in possibile.
Manca il nostro femminile a farsi carico del mondo,
mancano mani che reggano i gomitoli
e il filo di tutte le trame”.
Ed eccolo qui, ora, il femminile che si accorda in modo quasi magico, come una rete virtuale di radici interconnesse, per farsi carico, insieme al maschile, di un mondo malato, che ha da tempo dimenticato l’importanza della cura e del rispetto.
Eccola qui la sorellanza mestruale a cui aggrapparsi per uscire da questa enorme fase di buio globale per far germogliare i semi di nuova luce. Quei semi di luce che ogni simbolica oscurità creativa, come la mestruazione, reca già dentro di sé.