Ripensare i modelli e l’immaginario colletivo
È giusto e naturale che, se nel corso del tempo la società evolva, evolvano anche i suoi modelli. Modificare dunque gli spazi pubblici in senso evolutivo non è sbagliato.
Non si tratta infatti di cancellare o censurare le personalità che prima celebravamo giacché una statua non è un libro di storia ma, appunto, una sorta di onorificenza. Si tratta solo di conferirgli un posto più giusto: nella storia, appunto, e non nella celebrazione collettiva, dal momento che molta parte della collettività non lo ritiene più un soggetto da celebrare.
Si tratta di dedicare il nostro spazio pubblico a modelli più evoluti e possibilmente più plurali, che ci accompagnino in questo passaggio verso una cultura sempre meno discriminatoria, sempre meno patriarcale, misogina e razzista.
Si tratta, per esempio, di iniziare a intitolare strade e piazze a più donne.
Si tratta di celebrare il coraggio di chi possa esserci, oggi, davvero da esempio.
Ecco, mi piacerebbe che il dibattito sulla statua di Montanelli servisse soprattutto a questo: a una discussione sui nostri modelli e alla creazione di nuove opere celebrative.
Potrebbe essere una bellissima occasione per ripensare il nostro immaginario collettivo e, in definitiva, noi stessi/e.
Dipende solo da noi.