Dieci cose che ho imparato dall’emergenza Coronavirus in Italia
1. Meglio una rispettosa distanza fisica che un contatto fisico privo di rispetto.
2. Il virus non è il vero nemico. Il sistema economico e sociale che l’ha diffuso sì e lo abbiamo creato noi. Ecco il complotto.
3. Di fronte a un’emergenza vera, le emergenze finte, come l’invasione dei migranti, spariscono. Quelle autentiche, come la violenza sulle donne, restano.
4. I bambini e le bambine non esistono. Sono nostre proiezioni mentali. Se hai figli/e piccoli/e, il problema è tuo che li vedi.
5. Le persone hanno grandi capacità di adattamento. È la voglia di cambiare che manca.
6. È più facile che un’intera nazione si fermi piuttosto che una donna entri in una task force.
7. Le mascherine insegnano a parlarsi con lo sguardo e, data la difficoltà nel comprendersi, hanno l’inestimabile pregio di costringerci a riflettere sull’effettiva utilità delle nostre parole prima di aprire bocca.
8. Le persone che si prendono cura degli altri sono apprezzate fintantoché non pretendono riconoscimenti.
9. Il corpo è sacro. Non perché è bello ma perché ci permette di vivere.
10. La vita merita rispetto. Il rispetto necessita cultura. La cultura richiede tempo. Ergo: il tempo è vita.